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Biblioteca UV

La perspectiva romànica en els estudis filològics: Llengües romàniques: Pietro Beltrami

1.- Digues a quina temàtica dediques més atenció. 
Attualmente mi occupo del Roman de la Rose (interpretazione, studio della tradizione manoscritta, una nuova edizione critica, o almeno una revisione dell’edizione di Langlois). Mi sono interessato e mi interesso principalmente delle letterature romanze medievali, soprattutto occitanica (trovatori), francese (romanzo, letteratura enciclopedica) e italiana.

2.- Tens present en els teus estudis el concepte de romanitat ’conjunt de les terres i les persones  que en el passat formaven part de l’Imperi Romà i en especial les que pertanyen a països on es parlen llengües derivades del llatí’ i romanística ‘ciència que estudia les llengües romàniques i les seues literatures; filologia romànica comparatísticament’?
Certamente è nello spirito e nella tradizione della filologia romanza italiana, e nell’insegnamento che ho ricevuto, di mantenere una visione d’insieme e un interesse comparatistico anche nello studio di testi o problemi storico-letterari particolari.

3.- Quina metodologia uses per a estudiar qualsevol fenomen lingüístic, literari i cultural? 
Il mio approccio è sempre orientato ai testi, con interesse principalmente filologico, intendendo per filologia quella disciplina che studia testi e lingue, come le discipline letterarie e la linguistica, ma si distingue perché assume e privilegia come punti di vista le fonti, la tradizione e la trasmissione dei testi (storia della tradizione), l’edizione critica (critica del testo), lo studio della scrittura del testo (lingua, stile, metrica), l’interpretazione e la storia.

4.- Ara que l’estudi de les llengües  particulars ha guanyat terreny a l`estudi conjunt de totes, com valores l’existència d’una matèria amb una visió comuna en els plans d’estudis de Filologia?

Va ricordato che nel sistema italiano ‘filologia’ non è, tradizionalmente (non so se ci siano eccezioni recenti), il nome di corsi di laurea e piani di studio, ma di discipline impartite in corsi di laurea di tipo

letterario, linguistico o linguistico letterario; queste discipline sono rivolte prevalentemente allo studio dei testi orientato o alle fonti, alla tradizione manoscritta e all’edizione critica, o all’esame linguistico e formale e all’interpretazione. Fra queste, la ‘filologia romanza’, che in Italia ha una lunga tradizione, ha come oggetto le lingue e letterature romanze considerate nel loro insieme e nella loro storia comune, per quanto riguarda la parte linguistica dalle origini ai giorni nostri, per quanto riguarda la parte letteraria e più propriamente filologica, nella tradizione italiana prevalentemente per il Medioevo. Questo studio d’insieme è praticato principalmente nella parte ‘istituzionale’ e manualistica, perché nella pratica le applicazioni sono rivolte piuttosto a singoli ambiti linguistico-letterari (per esempio l’occitano medievale, i trovatori), o a singoli problemi o testi, sia pure tenendo sempre presente un quadro più vasto, con spirito comparativo; inoltre la linguistica romanza tende sempre di più ad essere presente come disciplina autonoma. Personalmente, da filologo romanzo di vecchia scuola, ritengo necessario, o almeno utile, che si mantenga nell’ordinamento universitario una disciplina di ambito generale come la filologia romanza, ma va notato che da decenni la direzione prevalente, a mio parere negativa, è verso una frammentazione delle discipline (da non confondere con la specializzazione), insieme con i molti noti rivolgimenti del sistema universitario, dei quali non voglio ora giudicare.

5.- Quin consell donaries als jóvens filòlegs de qualsevol llengua romànica per a la seua formació? Quin llibre, autor o article bàsic recomanaria per a la seua formació?
Data la mia formazione e carriera, mi rivolgo a (aspiranti) filologi romanzi medievisti, con interessi di letteratura e di critica del testo. A giovani di ogni cultura europea consiglierei di leggere, anche in traduzione (cito quella italiana), Curtius, Letteratura europea e Medio Evo latino e Auerbach, Lingua letteraria e pubblico nella tarda antichità latina e nel Medioevo; un buon manuale di linguistica romanza (per una formazione d’insieme vale ancora la Linguistica romanza di Lausberg) e uno di storia letteraria (in italiano è sempre consigliabile La letteratura romanza medievale a cura di Costanzo Di Girolamo); un’introduzione alla critica del testo fra le varie disponibili; almeno qualcuno dei principali testi della letteratura romanza medievale, anche in traduzione,

ma almeno qualcuno in edizione critica (intendo come critica un’edizione che, con qualunque metodo, affronta il problema del testo presentandone e discutendone la tradizione– nel caso dei medievali la tradizione manoscritta), per avere esperienza di esempi concreti di critica del testo. Aggiungerei che si può anche essere autodidatti, ma salvo casi particolari è necessario formarsi con un maestro di qualità adeguata prima di proseguire la propria strada in autonomia, come è altrettanto necessario.

6.- Quin futur veu per a la Filologia Romànica? Com es podrien interrelacionar la tasca dels departaments de Filologies concretes (Espanyol, Francés, Italià, Català-Valencià, Gallego-Portugués, Occità, Romanés) de les universitats per a aprofitar les fortaleses de la Romanística històrica i actual?
I dipartimenti universitari italiani sono oggi molto più vasti; basti dire per es. che a Pisa ne esistono solo due umanistici, uno di ‘Filologia, letteratura e linguistica’ e l’altro detto ‘Civiltà e forme del sapere’ che raggruppa tutte le discipline di storia, archeologia, filosofia, arte, spettacolo ecc.; ed è analoga la situazione delle altre Università, perché voluta così dalle leggi ora in vigore. Nelle relazioni interne ai dipartimenti, la filologia romanza è talvolta più vicina all’italianistica, talvolta più alle lingue e letterature straniere romanze (prevalentemente francese, spagnolo, portoghese), ed è raramente rappresentata da più di due o tre docenti, quando non da uno solo. Certamente la posizione accademica della disciplina ha perso molto della sua importanza nei decenni, ed è prevedibile che ne perda ancora nel prossimo futuro (previsione deprecabile, ma realistica).

7.- Deuria potenciar-se la intercomprensió entre les diverses llengües romàniques o potenciar-ne una o més d’una? 
L’intercomprensione è sicuramente un bene da coltivare, tuttavia non credo molto nei tentativi che sono stati fatti di promuoverla direttamente, con manuali e progetti dedicati; credo che studiare e possedere bene una lingua romanza oltre la propria aiuti l’intercomprensione con le altre, e così via studiandone e possedendone un’altra ancora.

 

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